Antonio Bertillo è nato e vive a Città Sant’ Angelo (PE).
L’esperienza vissuta in tenera età durante i nove mesi dell’occupazione tedesca ha praticamente segnato la sua esistenza. Gli sfollati di Pescara e di tanti paesi della provincia di Chieti, lo “squagliamento” degli uomini, le retate, le requisizioni, la paura che incutevano i soldati tedeschi, il fanatismo dei militari di Salò, le postazioni dell’artiglieria antiaerea tedesca, i depositi di munizioni, i soldati italiani sbandati, i partigiani, gli ex prigionieri di guerra, i paracadutisti alleati, gli inglesi, i polacchi, gli indiani: sono tanti i ricordi impressi indelebilmente nella sua memoria.
Nel 1978, venuto casualmente in possesso del manoscritto del diario “Note e commenti su giorni duri”, tenuto dal 16 luglio 1943 al 5 marzo 1944 dal direttore didattico Pasquale Ritucci, decise di compiere una ricerca seria e metodica sulla seconda guerra mondiale, con particolare riferimento alle vicende riguardanti Città Sant’Angelo, Pescara e l’Abruzzo. Della ricerca ha interessato gli archivi governativi e privati italiani, inglesi, tedeschi, austriaci, jugoslavi, polacchi, americani, canadesi, sud-africani, indiani, pakistani, australiani, neo-zelandesi; per ottenere testimonianze dai reduci ha fatto pubblicare appelli sui quotidiani e sui periodici più prestigiosi di tutte le Nazioni i cui soldati avevano combattuto in Abruzzo nel 1943 e nel 1944. La ricerca ha reso necessari diversi viaggi in Inghilterra, Germania e Stati Uniti al fine di reperire e consultare documenti e incontrare veterani di guerra, con molti dei quali poi ha stretto rapporti di cordiale amicizia e intensa collaborazione.
Questa intensa attività ha portato Bertillo a realizzare un archivio privato unico in Abruzzo e tra i più pregevoli in Italia sulla seconda guerra mondiale e soprattutto sulla guerra nella nostra regione. Attualmente sta lavorando ad un libro fotografico sulla II Guerra Mondiale in Abruzzo ed è interessato a scambi di documentazione e testimonianze sull’argomento.