Tutte le recensioni a “CRONACHE DI GIORNI DURI”

Lucio Angelini – mensile “L’Eco di San Gabriele” – Isola del Gran Sasso

Una costante ricerca storica ed una profonda analisi dei fatti costituiscono la base di partenza per un lavoro serio, caratterizzato da una scrittura lineare quasi narrativa. Si tratta, in sostanza, di un’analisi capillare e della cernita di una scrupolosa documentazione – il più delle volte inedita – che hanno concretamente impegnato gli autori per diversi anni. L’enorme mole di lavoro accumulato ha trovato solo in parte spazio nelle pagine del volume, che pure ospita decine e decine di eloquenti fotografie di luoghi e protagonisti, piantine, grafici e schemi, riproduzioni di documenti originali. (…) Bertillo e Pittarello hanno ricostruito i fatti fornendo un itinerario che passa per “tormenti” e “tormentati”, attraverso le storie sempre inquietanti e mai sensazionali della gente comune che soffre e fa la storia. E proprio in questa combinazione felice di scrupolosa ed attenta ricerca storica e volontà di soffermarsi sulla sostanza umana che sta al fondo di ogni vicenda, risiede l’interesse del libro.

Giselda Antonelli – rivista “Itinerari” – Lanciano

Il volume, pur interessandosi di un periodo storico piuttosto breve e precisamente dell’occupazione tedesca a Città Sant’Angelo e nella provincia di Pescara negli anni 1943-44, riesce a situarsi in un contesto ad ampio respiro che mai fa perdere di vista la totalità della storia nazionale ed internazionale. La ricostruzione minuziosa dei fatti, la caratterizzazione dei personaggi che sono dietro agli avvenimenti, la ricca documentazione di base, la ricerca capillare condotta in Italia e all’estero per il reperimento ed il controllo di tutte le fonti utilizzate, formano il tessuto connettivo del discorso storico di questa opera. (…) La dimensione emergente su tutte le altre e che dona una caratteristica peculiare a tutta l’opera è quella del messaggio di umana solidarietà che promana dal popolo angolano che, con la capacità critica che lo contraddistingue, riesce ad instaurare una convivenza sopportabile anche con il nemico che pertanto non si lascia andare alle efferatezze che tutti oggi conosciamo, come accadde in altri luoghi.

Lorenzo Bartolini Salimbeni – Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” – Pescara

Devo congratularmi con voi per la realizzazione. Oltre ad essere un’opera di interessante lettura che fa rivivere anche a chi non c’era il clima di quegli anni, è anche un saggio storico, di cui ho potuto apprezzare la serietà dell’impostazione e il rigore della documentazione. A questo si aggiunge la veste tipografica, molto curata ed elegante. Insomma un lavoro che può servire di esempio (e speriamo sia così) per la promozione di altri studi dello stesso tipo.

Oreste Bisazza Terracini – Roma

Ho trovato il libro interessantissimo, approfondito e notevolmente documentato. L’ho letto con vivo piacere.

Costanza Cardone Margutti – Francavilla al Mare

Questo volume raccoglie in sé fatti e personaggi della guerra 1943-44 nonché storie di zone che ne vissero i relativi eventi bellici, documentati da fotografie e attestati che testimoniano la veridicità, nella sua più pura concretezza, rivelando così caratteri di popolazioni e di uomini accomunati dagli stessi eventi, sebbene differenziati da ideali diversi. (…) Risultano chiare le doti di umana fratellanza del popolo abruzzese ed in particolare dei cittadini di Città Sant’Angelo i quali, pur sottoposti alle angherie che comporta una zona teatro di guerra per parecchio tempo, sanno ottemperare ai propri doveri patriottici, senza rinunciare a quei sensi di umana convivenza, scritti in fondo alla coscienza di ognuno. Le testimonianze riguardano non solo la cittadina di Città Sant’Angelo (posta in primo piano), ma anche le zone di Pescara, Montesilvano, Silvi, Francavilla ed altri paesi limitrofi.

Raffaele Ciafardone – Pescara

Il lavoro rievoca l’occupazione tedesca a Città Sant’Angelo e nella provincia di Pescara durante la seconda guerra mondiale. Questo lavoro non scade mai a mera cronaca – un pericolo che spesso incombe su ricerche così circoscritte e minuziose – né rimane prigioniero dei confini territoriali che si è tracciato, ma descrive gli avvenimenti locali sempre in stretta connessione con quelli nazionali. Inoltre non indulge a valutazioni gratuite e preconcette, ma, in uno stile scarno e incisivo, fa rivivere, attraverso preziosi e toccanti testimonianze, il dramma della gente angolana (e, più in generale, abruzzese) e il sentimento di solidarietà che gli eventi bellici rinsaldarono. Ed è proprio attraverso le testimonianze di persone di diversa condizione socio-culturale che la popolazione angolana assurge a vera protagonista della storia di quel tragico periodo.

Raffaele Colapietra – rivista “Oggi e Domani” – Pescara

L’ampiezza ed il rigore della documentazione, s’intende, dai diari ufficiali di guerra tedeschi alle informazioni segrete alleate, dalle immagini dovute a fotografi improvvisati a quelle di beni ambientali ormai scomparsi, tutto ciò è stato già messo esaurientemente in luce, è esemplare sul piano metodologico e fa onore allo scrupolo ed alla passione degli autori. Ma vorrei aggiungere che si tratta di un’impostazione utilissima anche sul piano del risultato critico in senso stretto, in quanto proprio questo slargamento smisurato dell’orizzonte, da Pretoria a Potsdam, contribuisce potentemente alla pietas, al senso esistenziale di umanità che pervade tutto il volume e che vale qualche cosa di più del dolciastro pacifismo declamatorio a cui siamo purtroppo abituati. Qui quel che si dice è tutto serio e fin troppo doloroso anche dal punto di vista morale, le piccole corruzioni, i funerali interrotti violentemente, gli antichi arredi di famiglia sconquassati, i personalismi sanguinari, le misere rivalse degli emarginati come il banditore di piazza, e così via dicendo. E tuttavia non si ha mai il senso della dannazione, del rifiuto inappellabile, così come, del resto, non si ha neppure quello di un’assoluzione a buon mercato. Le colpe ci sono, i delitti ci sono, c’è la politica, ma c’è soprattutto un grande universale dolore, il senso della catastrofe e la richiesta della solidarietà.

Giacomo D’Angelo – quotidiano “Il Messaggero”- Pescara

Narrate in modo semplice, lo stile piano ed essenziale, scorrono le vicende dell’occupazione tedesca a Città Sant’Angelo: il campo di internamento per internati civili, i bombardamenti di Pescara ed altri centri, i partigiani di Bosco Martese, la requisizione delle ville e dei palazzi nobiliari, l’arrivo dei militari repubblichini, la liberazione. Una folla di personaggi e di fatti: Goffredo Jukich, l’internato dalmata che ha dato notizie preziose, il poeta Alfredo Luciani, la medaglia d’oro Renato Molinari, la storia a lieto fine di Otto Bindel, il barone Alberto Coppa, Giovanni De Berardinis, fascista irriducibile, Rocco Crognale, riluttante commissario prefettizio, Francesco Innamorati, martire a Dachau, persino Umberto Terracini.

Massimo D’Arpizio – quotidiano “Il Tempo” – Pescara

L’opera si colloca autorevolmente nel filone della ricerca storica metodologica più rigorosa per ampliarsi – con una organica e minuziosa raccolta di testimonianze e di inediti documenti durata anni di ricerche – nella narrazione serena ed oggettiva dei fatti, degli accaduti e degli avvenimenti che ebbero come protagonista il popolo angolano. Un affresco, dunque, che travalica i limiti ristretti delle storie “particolari” e riesce a delineare “un ambiente carico di valori umani, capace anche negli scontri più drammatici di non smarrire mai il senso dell’equilibrio e della solidarietà” narrando la quotidianità di un paese nei giorni più difficili dell’ultimo conflitto. Aver saputo recuperare questi messaggi carichi di “valori umani e cristiani”, averlo fatto senza offendere l’obiettività ed il rigore della cronaca storica, è merito indubbio degli autori che sono riusciti a dar corpo al difficile “progetto” di ricostruire, tessera dopo tessera, il complesso mosaico della comunità angolana nel periodo dell’occupazione tedesca.

Francesco Desiderio – quotidiano “Il Tempo” – Pescara

E’ la rievocazione quanto mai precisa ed analitica degli anni duri della seconda guerra mondiale come furono vissuti a Città Sant’Angelo, vicino Pescara: come furono vissuti, cioè, in una cittadina che, per così dire, rimase ai margini del gigantesco conflitto, e non conobbe bombardamenti, distruzioni, guerriglia di partigiani, rappresaglie naziste. E tuttavia la guerra era ben presente, inevitabilmente, anche a Città Sant’Angelo e vi suscitava, a parte le usuali restrizioni e difficoltà di ordine pratico, non solo paure e preoccupazioni e inquietudini, ma anche vicende di vario genere, e atti di bontà, di generosità, d’altruismo, che è giusto sottrarre all’oblio. (…) Ne è venuto fuori un libro abbastanza voluminoso, ricco di illustrazioni e di lettura piacevole: un libro a suo modo esemplare per chiarezza di stile e compiutezza di indagini.

Primo De Lazzeri – quindicinale “Patria indipendente” – Roma

Il volume è denso, supportato da rigore nell’indagine, costato anni e anni di minuziosa ricerca, tra l’altro anche all’estero, per incontri e colloqui con testimoni, per studi e confronti in diversi archivi militari tedeschi, inglesi, americani. Tutto ciò ha permesso la pubblicazione di numerosi reperti fotografici, di schede, di documenti originali. E’ probabile che si tratti di un piccolo punto fermo nella più recente storiografia dell’Abruzzo; un merito cui va dato atto agli autori che in questa impresa hanno impiegato passione coniugata con severa applicazione.

Desiderio Di Paolo – Lanciano

Ho letto il libro con tanto interesse principalmente per la scorrevolezza dei racconti, per il ricordo vivo e minuzioso degli avvenimenti e per l’abbondante documentazione scritta e fotografica. Esso mi è piaciuto e vi ho notato, tra l’altro, il senso di umanità della popolazione locale. Il libro mi ha fatto conoscere alcuni avvenimenti importanti riguardo alla battaglia di Ortona inerenti i soldati tedeschi e i fatti che avvennero nel nostro Abruzzo dopo la liberazione della suddetta città.

Sabrina Donati – quotidiano “Il Popolo” – Roma

L’occupazione tedesca in Città Sant’Angelo, priva di eccidi o di misfatti particolarmente gravi, viene evidenziata per lo spirito di solidarietà e per la maturità degli abitanti. Bertillo e Pittarello hanno capito che è dovere dello storico parlare anche di fatti che, se pure non essenziali, sono ugualmente impaniati di valori morali che sarebbe deplorevole tralasciare. (…) Ricostruire un periodo, cogliere attraverso alcuni gesti comuni l’atmosfera della vita provinciale, far capire la desolazione di un centro medio dell’Abruzzo, a quaranta anni di distanza, significava intraprendere pazienti ricerche e accurate analisi sulle testimonianze dei pochi superstiti. (…) La bravura, l’erudizione degli autori, non soffocano la spontaneità di quest’opera letteraria che, anzi, risulta di facile lettura proprio per lo stile discorsivo e colloquiale di cui è composta. Bisogna leggerle certe pagine, perché servono più di mille moniti generici a rendere esemplari la condanna della guerra e i sentimenti di pace e di fratellanza universali.

Guido Ferrari – Bastiglia (Modena)

Ho letto il vostro libro con attenzione e, a dire il vero, avete fatto un ottimo lavoro di competenza e precisione. Infatti mi hanno colpito tre particolari molto importanti: una documentazione meticolosa ed esauriente; una descrizione degli avvenimenti imparziale, neutrale; una lettura scorrevole e comprensibile ad ogni ceto sociale. (…) E’ un volume che non deve mancare perciò nelle biblioteche familiari poste nel territorio angolano, ma è un libro molto valido anche per le zone limitrofe perché citate frequentemente.

Elio Ferzetti – settimanale “La Nuova Gazzetta di Pescara” – Pescara

Gli autori con un discorso colloquiale hanno riportato il frutto di anni di indagini, di confronti delle testimonianze: la ricostruzione di fatti è costata lunghi anni di ricerche e numerosi viaggi in Italia e all’estero. A disposizione hanno avuto un migliaio di schede e fotografie e un modesto quantitativo di documentazione filmata. Hanno verificato e controllato con metodo scientifico qualsiasi documento, testimonianza ed anche aneddoto. L’opera ha il pregio di aver evidenziato un altro aspetto di quei tristi momenti: la solidarietà umana con cui questa parte dell’Abruzzo ha reagito agli orrori della guerra.

Lanfranco Fiore – Rivista Abruzzese di Studi dal fascismo alla Resistenza – L’Aquila

Le ricerche di Bertillo e Pittarello hanno colmato un grosso volume che ci documenta sui lutti e le sofferenze della popolazione di quell’angolo d’Abruzzo che veniva a trovarsi tra due fuochi. (…) Fedele all’enunciato, il libro spalanca un avvincente tracciato di vita provinciale abruzzese sotto il maglio della guerra. Il volume, scritto in forma piana e accattivante, si giova di numerose fotografie, cartine geografiche, grafici e riproduzioni di documenti, frutto della passione degli autori verso il “natio loco”. Tutte le pagine dell’opera sono popolate da un esercito ignoto di sofferenti. I due autori si sono proposti di stendere un affresco corale delle miserie e degli stenti che alla fine finiscono con l’accomunare oppressi e occupanti. Una storia che più a far presa sui nomi dei protagonisti – e ve ne sono tantissimi – mette in risalto una pacata rassegnazione, tenace nei valori della libertà.

Lodovico Galli – Brescia

E’ splendido nell’impaginazione e nella presentazione. Avete finalmente coronato anni e anni di dura fatica, ma come vedo il successo è venuto. (…) La vostra cara città vi deve, e soprattutto vi dovrà, essere grata. Le memorie non si distruggono, anche in tempi di progresso scientifico avanzato.

Antonio Gentile – Sindaco di Città Sant’Angelo ( PE )

Mi sia concesso il privilegio di sottolineare il messaggio di fratellanza che affiora in ogni pagina di Bertillo e Pittarello. Parlare di momenti talmente drammatici per il nostro paese, come per il resto del mondo, non è certamente cosa facile: farlo con la serenità di giudizio e la commossa partecipazione di chi indaga per conoscere e capire, e non certo per giudicare, è un merito che va riconosciuto ai nostri autori. (…) Città Sant’Angelo, miracolosamente, non conobbe forse gli orrori che a tanti il conflitto mondiale riservò; visse la guerra, nella dimensione della famiglia e della comunità paesana, come una sciagura che colpiva soprattutto i più deboli e i più indifesi. Le risposte che il paese seppe dare non furono forse “eroiche” ed eclatanti, ma furono sempre coerenti con i valori di fratellanza ed ospitalità che sono propri della nostra gente.

Vito Gioia – Roma

Mi rallegro per l’immane lavoro di ricerca compiuto, per la documentazione spesso rara raccolta ed anche per la bella presentazione tipografica. Auguro alla bella pubblicazione il miglior successo.

Giovanni Iannucci – Presidente Associazione “Dante Alighieri” – Pescara

Il bellissimo volume mi è piaciuto nel suo ricco contenuto, che rimarrà testimonianza ai posteri d’un passato ricordevole di nostra gente, e nella elegante veste tipografica. Leggendolo o, meglio, sfogliandolo pagina dopo pagina vi ho trovato un oceano di ricordi in cui naufragare giocondamente, nonostante la storia di dolore e di sacrificio nascosta nel fondale. Che differenza tra l’ansia di allora e questa scialba vita, che ci caratterizza nel presente senza quelle idealità, che fan “bello il mondo e santo l’avvenir”.

Giulio Marino – Pescara

Ho letto con vivo interesse il volume, che premia l’opera intensa e laboriosa compiuta dagli autori, in vari anni di ricerche effettuate in Italia e all’estero, e la scrupolosa selezione dei documenti ottenuti, molti dei quali sono veramente inediti e costituiscono una valida testimonianza degli eventi bellici che hanno caratterizzato il conflitto mondiale 1940-45 e i conseguenti sconvolgimenti di natura politica. Questo libro è da ritenersi senz’altro un documento storico di grande importanza, per cui costituirà nel tempo una preziosa guida per gli studiosi. Le notizie fanno rivivere, in tutta la loro drammaticità, i giorni tremendi della guerra e le tante ingiustizie perpetrate a danno di inermi cittadini, ponendo in evidenza i sentimenti di grande solidarietà e umanità del popolo angolano.

Umberto Massi – Riolo Terme

Quello del duo Bertillo – Pittarello è un vero lavoro da certosino perché il libro, oltre agli innumerevoli tragici episodi della guerra in Abruzzo (a Città Sant’Angelo, Pescara, Atri, ecc.) ricordati dettagliatamente, è arricchito da centinaia e centinaia di fotografie inedite e da documenti storici di grande importanza. E’ un libro che sicuramente sarà letto da tutti gli abruzzesi e, per “le memorie storiche”, da tutti gli italiani.

Quinto Matricardi – Francavilla al Mare

E’ un buon lavoro. Avendo controllato la veridicità di quanto da me controllabile, penso si possa, e si debba, ritenere il tutto sincero, realistico, improntato al desiderio di documentazione e non a quello di scavare solchi o di menar vanto di alcunché. Siete stati veramente bravi. Me ne compiaccio: stringati ed esaurienti. Complimenti.

Dott. Meyer – Direttore del Bundesarchiv-Militararchiv – Freiburg im Breisgau (Germania)

Collocheremo volentieri il libro nella biblioteca dell’archivio militare, dove esso sarà a disposizione degli utenti dell’archivio. Il libro, ricco di materiale, con una documentazione raccolta con molta cura, troverà certamente l’attenzione dei ricercatori e di molti privati.

Vito Moretti – Chieti

Il documentatissimo libro sugli anni 1943-44 è un ottimo lavoro, storicamente ineccepibile e dalle fonti di prima mano.

Giuseppe Mori – Redattore Capo della Sede RAI di Pescara

Il libro è una lezione su come si può e si deve fare la cronaca di un lungo periodo di sofferenze e di privazioni. Leggendo questo libro mi è parso di provare le stesse emozioni che si provano guardando un quadro di pittori “naif”: vi sono tante figurine, talune quasi insignificanti, tante cosine messe lì quasi per un di più per amore dell’arte. E poi ti accorgi che tutte quelle figurine, quelle cosine sono indispensabili perché ognuna di esse è parte integrante del paesaggio dipinto nel quadro e servono a completare la storia di quel paesaggio. Senza di una sola fra esse quel paesaggio non esiste più. (…) Mi sembra che da tutto il libro di Bertillo e Pittarello emerga proprio un grande spirito di coralità. Tutti sono partecipi degli eventi che si verificano; tutti sono nella storia; tutti preparano la storia di domani. E lo fanno con la loro vita di tutti i giorni: aiutandosi l’un con l’altro, con grande solidarietà umana; provando pietà di fronte al pianto delle madri o dei padri per i figli portati via dai tedeschi; o ridendo per gli episodi curiosi che si verificano nel susseguirsi dei fatti sempre scrupolosamente annotati. (…) Il libro parla di un’ora passata. Restano le riflessioni e gli insegnamenti per il futuro. Vi sono valori che non tramontano mai e che anche quando sembrano distrutti riemergono prepotentemente indicando a tutti quale è la via della pace e della intesa umana. Questa è stata la scelta fatta da Bertillo e Pittarello nel raccontare i giorni duri di Città Sant’Angelo.

Giovanni Nativio – quotidiano “Il Tempo”

Magnificamente illustrato sulla base di documentazione in gran parte di prima mano, il lavoro, anche se centrato prevalentemente su Città Sant’Angelo e Pescara, fa spesso riferimento alla battaglia del Sangro, alla liberazione di Lanciano, Ortona e Chieti, alle distruzioni operate a Francavilla. Notevole spazio è dato al comportamento delle truppe tedesche e alle decisioni degli alti comandi, anche perché gli autori, oltre che delle fonti anglo-americane, si sono serviti  di testimonianze tedesche. (…) La presentazione porta la firma del celebre studioso Arrigo Petacco, che riconosce lo scrupolo degli autori, che hanno saputo dare un serio contributo alla ricostruzione di eventi di grande rilevanza storica. Petacco fa anche cenno alle pazienti e laboriose ricerche condotte dagli autori in Italia e all’estero, e alle informazioni attinte non solo dagli archivi militari, alcuni dei quali aperti ormai alle informazioni per gli storici, altri ancora segreti, ma anche dai reduci (e ci sembra il fatto più interessante) sparsi ormai per tutto il mondo. In Abruzzo, nel 1943-44, combatterono soldati di tutti i continenti.

Vittorio Paolucci – Istituto di Storia dell’Università degli Studi – Urbino

Mi complimento vivissimamente e per la grande fatica che indubbiamente un’opera, così robusta, comporta, e per il metodo rigorosamente scientifico.

Mario Pestelli – Ufficio Stampa della Fiat – Torino

Davvero un’accuratissima pubblicazione che si discosta, per originalità e ricchezza di minuti fatti ed episodi, dagli infiniti memoriali e diari di ricordi bellici.

Domenico Policella – mensile “La Voce” – Fossacesia

Si tratta di un libro di carattere storico. Fra l’altro, si avvale della presentazione di Arrigo Petacco, il quale parla di “microstoria” e non di “storia minore”, dato che gli autori utilizzano una metodologia rigorosamente scientifica e forniscono una vasta serie di documenti ricercati pazientemente in tutte le parti del mondo. Il libro si legge con grande interesse ed è tale per cui il lettore apprende meglio, insieme con la storia del paese, quella più grande dell’Italia. La documentazione fotografica è di prim’ordine: molti documenti e carte topografiche provengono dagli archivi statali di parecchi paesi stranieri. Sono, comunque, indicate tutte le fonti. Anche la bibliografia è vastissima. I vari indici facilitano le ricerche.

Michele Ramundo – Procuratore della Repubblica – Pescara

Sono lieto di esprimere il mio più vivo apprezzamento per la singolarissima opera, che – frutto di una faticosa e rigorosa ricerca – costituisce un interessantissimo diario storico, assai utile per quanti vogliano rivivere un momento delicato ed importante di un’illustre cittadina d’Abruzzo.

Mensile “Historia” – Milano

Questo libro di Bertillo e Pittarello è dettato dall’amore per il messaggio cristiano di pace e di fratellanza universale. L’itinerario attraverso i “tormenti” e i “tormentati” descritti approda a una condanna senza attenuanti della guerra e alla esaltazione dei valori di pace, di libertà e di civile convivenza: di Città Sant’Angelo, infatti, vengono messi in risalto lo spirito di umana comprensione e la maturità civile che hanno fatto sì che non accadessero le degenerazioni che si sono verificate altrove, dove compostezza e spirito di fraterna solidarietà sono venuti meno. Eppure a Città Sant’Angelo non sono mancati gli episodi che avrebbero potuto scatenare preoccupanti reazioni a catena dagli esiti facilmente immaginabili. Se ciò non è accaduto, è perché in quel funesto periodo bellico si cercò più quello che univa che quello che divideva.

Mensile “Storia Illustrata” – Milano

Attraverso una scrupolosa verifica documentaria e testimoniale, l’atmosfera dell’occupazione tedesca nel 1943-44, le paure, le tensioni e le vicende di Città Sant’Angelo, centro abruzzese a ridosso del fronte.

Settimanale “L’Araldo Abruzzese” – Teramo

Davvero un’opera eccezionale quella che hanno realizzato gli autori che animano da anni una esperienza peculiare nel mondo cattolico abruzzese. (…) Antonio Bertillo e Giampietro Pittarello hanno ricostruito magistralmente quei due anni difficili dell’ultima guerra così come sono stati vissuti non solo a Città Sant’Angelo, ma nell’intero suo circondario e a Pescara. Centinaia di fotografie e di documenti inediti corredano il testo che si avvale di un’autorevolissima presentazione come quella del giornalista, scrittore e storico Arrigo Petacco. Bertillo e Pittarello, dice Petacco, “hanno riempito la ricerca di una partecipazione umana che non solo è affettiva ma eloquente di un impegno morale e civile” e aggiunge che d’ora in avanti chi vorrà esaminare il fenomeno dell’occupazione tedesca in Abruzzo non potrà fare a meno di questo libro che ha pagine “fresche e leggibilissime”.

Giuseppe Saiani – Brescia

Ho apprezzato il volume e mi congratulo con voi per il modo chiaro e paziente con cui avete raccolto tutte quelle testimonianze che mi hanno permesso di ricordare momenti, fatti e personaggi.

Antonio Sorella – quotidiano “Il Messaggero” – Pescara

Un grosso libro di quasi trecento pagine per raccontare e discutere la storia di due anni che sono ancora nella memoria di molti angolani. Una storia che ha tutte le carte in regola per essere definita tale, nonostante il titolo di “Cronaca” che gli autori hanno voluto dare al loro lavoro. Una storia, inoltre, fatta non tanto di atti di eroismo, di eventi determinanti ai fini dell’intera guerra mondiale, ma piuttosto situazioni vissute con grande dignità dal popolo angolano, che è del resto il vero protagonista del libro. L’atmosfera di coralità, il senso della collettività civica unita nonostante il dramma della guerra, sono messi a fuoco dagli autori senza ricorrere a facili quanto banali eroicizzazioni di fatti e personaggi, e puntando invece sul profondo senso di umanità di una generazione e di una cittadina che hanno meritato sul campo di leggere oggi, su un libro, la propria storia.

Franco Trequadrini – Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi – L’Aquila

Il libro consegna alla gente uno spaccato di storia comune: a Città Sant’Angelo, per fortuna, non sono accaduti fatti particolarmente tragici, non rimangono dolorose testimonianze di guerra come le Fosse Ardeatine o Montecassino, ma anzi di una convivenza tutto sommato pacifica con gli invasori: una testimonianza di umana solidarietà e spesso di cristiana pietà, e al tempo stesso dell’inutilità della guerra.

Giovanni Verna – V. Redattore Capo della Sede RAI di Pescara

Mi congratulo ancora con il vostro lavoro. E’ un libro veramente eccezionale e sublime che troverà la fortuna che merita.

Dannebruno Vitali – Porretta Terme (Bologna)

Congratulazioni per il bel libro, ricco di illustrazioni, documenti e fatti veri che evidenziano la tremenda realtà della guerra più concretamente dei grandi avvenimenti storici che, pur descrivendo bombardamenti, distruzioni, avanzate, ritirate, ecc., lasciano un qualcosa di vago e di astratto nella mente di chi legge. Nella storia ufficiale non appaiono le tragiche conseguenze delle famiglie, le vicende delle singole persone, le penose sofferenze, gli atti di umana solidarietà. I giovani ne trarranno spunti di riflessione e presa di coscienza dei supremi valori della pace, della libertà e della fratellanza.

Berardo Zocaro – quotidiano “Il Tempo” – Teramo

Antonio Bertillo e Giampietro Pittarello hanno cercato di far luce su quegli avvenimenti riferendo notizie curiose e relazioni inedite tra i vari centri della regione, accomunati dalle angosce e dalle speranze di quei terribili giorni di guerra.